Roghi

Trama
Filippo e Lissa, "coppia di sessantenni maturi", intraprendono una specie di pellegrinaggio laico alle pendici del Vesuvio. Si spingono fino a Ercolano, e poi a Nola, poiché Filippo sente il richiamo del fantasma inquieto di Filippo Bruno, figlio di Fraulissa Savolino, entrato in convento all’età di quindici anni con il nome di fra' Giordano, che ebbe il torto di pensare con la propria testa… riuscendo a intravvedere troppe iniquità nel mondo, in quello ecclesiastico soprattutto. L’Autore ricorda quindi altre simili tragiche vicende con protagonisti uomini di pensiero, ma anche poveri diavoli come il friulano Domenico Scandella, detto Menocchio, nella cui terra, Montereale Valcellina, si recherà dopo essere tornato in Veneto. L’Autore mette a confronto quegli eventi ormai acclarati dalla storia con gli avvenimenti del proprio tempo, suggerendo al lettore che è sempre pericoloso amare l’indipendenza e la verità: si rischia di essere tagliati fuori.
Critica
Zizola conduce il lettore con la sua prosa ironica, bella da leggere perché lui è uno dei migliori conoscitori veneti della lingua di Dante, lungo gli anni della ferocia inquisitoriale. La ricerca della verità - dice l’autore - è lunga e faticosa e la tua intelligenza ti porta sempre alla solitudine. Roghi non è, però, un libro che si rivolge soltanto al passato, perché la guerra ai dissidenti è comune ad ogni epoca. Oggi non si finisce sul rogo, ma si è emarginati. Ma il rogo non cancella tutto, distrugge i corpi, non il pensiero del martire. Perché martiri devono essere considerati quegli infelici che hanno dato la vita per le loro idee.
(Sante Rossetto, La Tribuna, 4 agosto 2013)
La penna di Franco Zizola, studioso di lingua italiana e di storia del Cinquecento, è ironica, cruda e grottesca al contempo. Se nel precedente romanzo, Le favole di Isabella, omaggio alla figura di Isabella Morra, l’autore univa poesia e narrativa, con Roghi il connubio avviene tra la narrativa e la saggistica. Quest’opera così affascinante e particolare vede infatti numerose incursioni filosofiche di Spinoza, Erasmo da Rotterdam, Voltaire; ed è curioso vedere una bibliografia (e che bibliografia!) al termine di un romanzo.
(Andrea Corona)
Collegamenti
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